Come ci salveremo

La situazione dell’infezione virale in atto nel nostro paese e nel mondo, pone interrogativi inquietanti su come sarà il nostro futuro.

Sarebbe facile per me , ottimista da sempre, accodarmi al diffuso coro di ‘Andrà tutto bene’ che circola ormai da tempo.

Ma nel mio ruolo di Presidente di una Cooperativa Sociale e quindi non solo di rappresentante di una società, ma di responsabile delle vite lavorative di una piccola comunità, non posso limitarmi a questo slogan .

Nessuno può sapere oggi quando finirà l’emergenza sanitaria, nè come ritorneremo fuori dalle nostre case, con quali precauzioni lavoreremo e incontreremo le altre persone e sopratutto se i nostri lavori abituali saranno mantenuti o meno.

Nello specifico la nostra Cooperativa, che ha come attività principale la manutenzione del verde, sarà sempre in grado di pagare a tutti i propri soci e collaboratori i salari e gli stipendi avendo un’attività che ad oggi è classificata comunque come ‘superflua’? Troveremo sempre chi è disposto a spendere i propri soldi per potare una siepe, pulire un giardino, piantare un albero, o tutti saranno così impauriti del futuro che manterranno stretti i loro risparmi per far fronte alle proprie esigenze primarie?

Io credo che qualunque scenario si presenti alla fine di questo incubo, sarà sempre nostra la responsabilità di avere un futuro, in altre parole : ‘Potrà andare tutto bene’ sì ma se cambieremo per prima noi stessi.

Il primo cambiamento che ritengo indispensabile per ognuno di noi cooperatori è quello dell’atteggiamento : non piangiamoci più addosso; è colpa del virus, è colpa del Governo, è colpa dei cinesi, basta! E’ successo una catastrofe ma adesso ognuno di noi ha la possibilità di rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco.

Noi abbiamo la fortuna di lavorare in una Cooperativa Sociale e se tutti si rimboccano le maniche e si mettono a lavorare siamo una forza che nessuna ditta individuale o impresa con i dipendenti può stare alla pari . perche’ noi siamo contemporaneamente imprenditori e dipendenti e possiamo decidere cosa fare e quanto guadagnare.

Ci sono due cose che rendono il bilancio economico attivo in qualsiasi impresa: l’aumento delle entrate e la diminuzione delle uscite. Fino adesso nei sette anni di vita dell Cooperativa abbiamo sempre cercato di aumentare le entrate, infatti quando nel 2017 abbiamo avuto minor fatturato siamo andati in perdita.

Nei prossimi anni dobbiamo fare tutte e due le cose : cercare lavoro ovunque e di qualsiasi tipo ( facchinaggio , pulizie, consegne a domicilio, preparazione e consegna di cibo,etc. oltre che i nostri lavori di manutenzione del verde e di coltivazione ) ma allo stesso tempo dobbiamo accontentarci di guadagnare meno e lasciare in cooperativa quella parte dello stipendio che serve alla nostra impresa di non andare mai sotto, di essere sempre sana economicamente per poter investire e aprire nuovi canali di vendita e nuove possibilità di sviluppo.

Questo senza mai dimenticare che la nostra Cooperativa è formata da soci che sono persone e che come tutte le persone hanno bisogni materiali essenziali come l’affitto, la spesa, i medicinali, le bollette , etc.. Noi dovremo sempre garantire i bisogni essenziali perchè dovremo sempre garantire la dignità delle persone, come del resto è avvenuto in questi sette anni dalla nascita della Cooperativa.

Esiste un confine sottile tra dare opportunità a chi è in difficoltà o sfruttare una persona : noi saremo sempre dalla parte giusta semplicemente perchè decideremo noi come ‘autosfruttarci’ nell’interesse comune di sopravvivenza, riservandoci di decidere di riavere tutto quello che presteremo alla Cooperativa, quando i tempi saranno migliori.

Ci sono molti progetti che riguardano la cosiddetta filiera corta, cioè la catena che dal produttore arriva direttamente al consumatore, della quale abbiamo fatto in piccolo la nostra esperienza negli ultimi cinque anni di consegne di ortaggi. Non è ora il momento di parlarne ma credo che con l’atteggiamento giusto questo settore potrà darci molto lavoro e molte prospettive per il nostro futuro.

Maurizio

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